IL BLOG

Il blog di Trasformazione News si colloca in un ambito al servizio dei lettori. Con informazioni e consigli per una "trasform-azione" e quindi crescita personale all'insegna dell'informazione. Ciò che é crescita personale é capacità critica e autocritica, é acquisizione di modelli di comportamento da interiorizzare, personalizzare e mettere in pratica. Il blog di Trasformazione News vuole essere, senza pretese, uno strumento per i lettori in un rapporto senza censure. Saranno bene accetti consigli, critiche, commenti, partecipazioni attive per un confronto finalizzato allo scambio, quindi al miglioramento ed alla crescita. Buona navigazione!

Tiziana Scuderi

(Staff di Trasformazione News)

web

martedì 22 ottobre 2013

L'ENERGIA HA MOLTI VOLTI



L’energia può assumere molte forme. L’energia che denominiamo “luce” comprende un determinato spettro di frequenze energetiche, compreso fra 4,3 x 1014 e 7,5 x 1014.
Noi rileviamo tali frequenze per mezzo della vista. Esistono frequenze sonore che rileviamo mediante l’udito e i recettori posti nei nostri piedi e tessuti corporei. Esiste la banda a raggi infrarossi che percepiamo sotto forma di calore.
C’è poi la banda ultravioletta, situata subito al di là di ciò che riusciamo a vedere da quel lato dello spettro luminoso. Esistono molte altre frequenze energetiche per le quali non disponiamo di recettori corporei. Quelle, naturalmente, un tempo erano ritenute mistiche, ma oggi possediamo strumenti in grado di rilevarle.
Le chiamiamo raggi x, ultrasuoni, radar, UHF, VHF, eccetera.

L’elenco è infinito. Le frequenze sono costituite da tre elementi principali.

Uno riguarda il numero di volte in cui la frequenza passa da positiva a negativa in un determinato periodo di tempo. Di solito questo dato va sotto il nome di cicli al secondo. Per esempio, l’elettricità ha 120 cicli al secondo in Europa e 60 cicli al secondo negli Stati Uniti. C’è poi l’ampiezza, cioè la magnitudo dell’onda al di sopra e al di sotto della linea di base, o punto zero. Infine, c’è la forma d’onda.
Si può avere un’onda sinusoidale, costituita da un’onda liscia, curva e simmetrica, che ricorda il movimento ondoso del mare. Ci sono onde frastagliate o punte-onda, che salgono e scendono come aghi. Esistono anche onde quadrate e molte altre forme d’onda.
Ci sono poi delle frequenze che utilizziamo per trasmettere altre frequenze.
Oggi inviamo centinaia di migliaia di messaggi al secondo mediante una minuscola fibra, servendoci della frequenza della luce.
Le chiamiamo fibre ottiche, e le usiamo ogni giorno quando parliamo al telefono.

(Liberamente tratto da  The Healing Code, Il codice della Guarigione – Alexander Lloyd – Ben Johnson -  Macro Edizioni )


giovedì 17 ottobre 2013

LA PNL PRESSO LA POLIZIA DI STATO DI MESSINA


I corsi per l'Aggiornamento Ministeriale presso la Polizia di Stato di Messina vedono protagonista la PNL per un progetto formativo sulla realizzazione di una “comunicazione efficace” e la "gestione dello stress". 

L’obiettivo: la messa a punto di un “nuovo modello” basato sull’acquisizione di tecniche di Programmazione Neurolinguistica e sulla loro applicazione diretta, nell’ambiente lavorativo, per consentire l’apprendimento e l’utilizzo efficace di contenuti e strumenti specifici. Per la formazione si alternano lezioni teoriche tenute da Coach e Trainer di PNL, ad attività esperienziali di programmazione neuro-linguistica e momenti di gruppo. 

Il proposito è di formare, informare e verificare il livello di apprendimento ma soprattutto di offrire strumenti semplici, fruibili e condivisibili, da utilizzare subito nella realtà quotidiana del lavoro, con i colleghi, con i superiori, nelle relazioni interpersonali e con se stessi, inducendo cambiamenti significativi e costruttivi nel contesto relazionale. Si tratta dunque della messa a punto di un modello replicabile e utilizzabile in qualunque ambiente lavorativo e in tutte le realtà. 

Lo scenario potenziale è l’orientamento alla Qualità nelle relazioni fra l’Amministrazione ed il Cittadino. Ideatori del progetto sono, il Mental Coach e Formatore, Giuseppe Petrella e, la Trainer di PNL, Valentina Vermiglio.

Per ulteriori informazioni clicca qui

Giuseppe Petrella
Valentina Vermiglio

lunedì 14 ottobre 2013

INVESTIRE NELLA FORM-AZIONE


In tempi duri e di crisi come quelli attuali si mira a trovare un impiego e si tende spesso ad accontentarsi di quello che capita pur di riuscire a guadagnare qualcosa per "sbarcare il lunario".
Si affianca a questa realtà la realtà delle "competenze".  Ovvero ciò che sa fare chi si appresta a cercare e trovare lavoro.
Un investimento per il futuro é la competenza: il "know-how".
Entra in ballo l'informazione e la "formazione" ...
Formazione intesa come acquisizione della capacità di ottenere le giuste competenze.
Quindi form-azione: perché é nell'azione che si riscontra la volontà di fare delle scelte.
Form-azione é anche crescita personale ...
Tutto ciò che si impara non é mai fine a se stesso. Imparare ad "imparare" é il modo migliore di prepararsi alla vita lavorativa e non.
Attraverso azioni concrete mirate alla crescita personale si acquisiscono le capacità di arrivare a delle scelte in modo naturale e senza forzature.
Si acquisisce la consapevolezza del proprio valore e del proprio bagaglio.
Non ci si può mai sentire del tutto "arrivati" alla propria destinazione.
É un lavoro di cesellatura e perfezionamento.
Un lavoro da svolgere su se stessi per essere in grado di imbrigliare i destrieri del tempo e della conoscenza, della competenza e dell'autostima.
La "form-azione" é un percorso "in itinere" che non si ferma e che procede in modo naturale senza chiusure, dal momento io cui si smontano barriere e convinzioni limitanti e depotenzianti.
La PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) mira a questo.
A trasmettere il "know-how".
Essa sa offrire a chiunque gli strumenti e le basi per usare i suddetti strumenti.
"Non possiamo cambiare la direzione del vento, ma possiamo sistemare le vele in modo da poter raggiungere la nostra destinazione.”
La PNL ci fornisce gli strumenti per guidare la nostra barca in modo ottimale attraverso l'acquisizione del "Know-how".

Chiediamo a Giuseppe Petrella, coach e formatore e a Valentina Vermiglio, trainer di PNL, quale sia, a loro parere, l’attuale valore della formazione e che cosa rappresenti il “Know how” in tempi di crisi.
Domandiamo anche cosa consigliano ai giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro e a persone che hanno perso invece ogni aspettativa.
Un’ultima domanda: quale secondo loro la carta vincente.

Ecco le loro risposte:

La formazione è attualmente l'unica àncora di salvezza e di crescita. Attraverso lo sviluppo personale è possibile attingere a quelle risorse utili per superare il momento di crisi, non percepirlo come tale e riuscire ad intravedere le soluzioni. Il “Know how”, quindi la competenza, è la chiave di volta che rappresenta l'elemento centrale e portante di ogni realtà, compresa quella lavorativa.
Alle persone che vogliono affacciarsi al mondo del lavoro suggerisco di continuare a formarsi dal punto di vista tecnico e diventare i migliori nel loro campo. Consiglio anche di impegnarsi quotidianamente a migliorarsi come persone e rischiare!
La carta vincente è puntare su se stessi. Non è necessariamente la laurea, nè la famiglia di provenienza, né situazioni attribuibili esclusivamente al mondo esterno. L'unica carta vincente è crescere interiormente per ottenere grandi risultati all'esterno.

Giuseppe Petrella 
Giuseppe Petrella 

Il valore della formazione è, oggi più che mai, fondamentale soprattutto per i giovani, i quali si trovano a dover affrontare una situazione lavorativa non facile. In questo momento storico, una formazione adeguata, specifica ed efficace consente di fare la differenza e di trovare sbocchi verso risorse finora non contemplati.
Il "know how" inteso sia come conoscenza del mondo che come conoscenza di se stessi è la carta vincente, perché se conosci te stesso e ciò che veramente ti appassiona, allora sarà più facile acquisire le risorse necessarie per realizzarsi, sia sotto il profilo lavorativo che sotto quello personale.
Ciò che posso suggerire ai giovani è di continuare a lottare per ciò che desiderano ottenere. 
La vita è nelle loro mani ed acquisendo nuovi strumenti e nuove strategie e mantenendo un atteggiamento aperto alle nuove esperienze potranno sicuramente trovare lo spazio più adatto.
Valentina Vermiglio
Valentina Vermiglio





giovedì 10 ottobre 2013

CHE COS’E’ LA PNL?



La PNL è anzitutto azione. La sua materia di studio è la struttura dell’esperienza soggettiva: in che modo agiamo? In che modo pensiamo, impariamo, ci arrabbiamo? E in che modo le persone eccellenti conseguono risultati nel loro campo?

Nella PNL (acronimo per Programmazione Neuro-Linguistica), “Programmazione” ha a che fare con la sostituzione delle nostre sequenze di comportamenti ripetitivi con azioni finalizzate ad uno scopo.
“Neuro” si riferisce alla mente e a come organizziamo la vita mentale.
“Linguistica” riguarda il linguaggio, il modo in cui lo usiamo e la sua influenza su di noi.

L’obiettivo della PNL è l’eccellenza per tutti.

Il corpo e la mente sembrano statici, tuttavia cambiano ad ogni istante. Assomigliano a un fiume: ci sono attività incessanti e cambiamenti continui ma, nel complesso, qualcosa a livello profondo rimane invariato.
I pensieri e la fisiologia sono intimamente collegati: la natura dei nostri pensieri si ripercuote sulla fisiologia, mentre la salute e il benessere del corpo influenzano i pensieri. Mente, corpo e spirito si fondono nelle nostre convinzioni e ciò in cui crediamo influisce profondamente su pensieri e azioni. 
La PNL vede le credenze non in termini di vero o falso, ma di utile e inutile.
Talvolta le nostre azioni non procedono di pari passo con le convinzioni.

I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA PNL

I principi operativi di base della PNL sono i “presupposti” (ipotesi di lavoro).
Esistono quattro fondamentali principi nella PNL.

Il primo e più importante è il rapporto, noto come “rapport”. Più solido è il “rapport fisico” che avete con voi stessi, migliore sarà la vostra salute e il vostro benessere, poiché le diverse parti del corpo collaborano in sintonia.
Organizziamo il nostro mondo in una maniera che riflette il nostro stato interiore: i conflitti interni ne creano altri all’esterno e la qualità del “rapport” che abbiamo con gli altri spesso rappresenta uno specchio di quello che instauriamo con noi stessi.

Il secondo pilastro è “conoscere ciò che si vuole”. Stabilire quindi il proprio “obiettivo” o “risultato”. E’ un modo di pensare, né più né meno.

Il terzo pilastro è conosciuto come “acuità sensoriale”, ossia la capacità di usare i propri sensi: guardare, ascoltare percepire quello che accade attorno. Solo allora potremo sapere se stiamo procedendo verso il nostro obiettivo. E’ possibile utilizzare questo “feedback” per correggere quanto stiamo facendo, se necessario.

L’ultimo pilastro è la “flessibilità comportamentale”, ossia il poter scegliere tra varie azioni. Più scelte avete a disposizione, maggiori saranno le probabilità di successo. Continuate a modificare quello che fate fino ad ottenere ciò che volete.

Pensieri e convinzioni limitanti hanno la capacità di materializzarsi all’improvviso dalle profondità della mente inconscia. La rapidità e la regolarità con cui questo accade induce molte persone a credere di non avere la forza di resistere. La realtà è ben diversa. Imparare ad assumere il controllo della propria vita significa anche imparare a individuare pensieri e convinzioni limitanti o depotenzianti non appena prendono forma, per poi rispondere adeguatamente.

Modificando i significati attraverso una trasformazione della struttura percettiva (detta mappa, cioè l'universo simbolico di riferimento), la persona può intraprendere cambiamenti di atteggiamento e di comportamenti. La percezione del mondo, e consequenzialmente la risposta ad esso, possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento.
La PNL ha quindi tra gli scopi l'obiettivo di sviluppare abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti "facilitanti" (cioè efficaci) e diminuendo quelli "limitanti" (cioè indesiderati).
Il cambiamento può avvenire anche riproducendo ("modellando") precisamente i comportamenti delle persone di successo allo scopo di creare un nuovo "strato" di esperienza (una tecnica chiamata modeling, o modellamento).
La PNL fu promossa in origine dai fondatori Bandler e Grinder negli anni settanta come una forma straordinariamente efficace e rapida di terapia psicologica, affermando che potesse essere d'aiuto nella cura di fobie e disabilità di apprendimento, addirittura tramite una singola sessione di un'ora.

La PNL è guardare alla vita come una rara opportunità per apprendere.
La PNL è basata sul principio che ogni comportamento ha una struttura e che questa struttura può essere estrapolata, imparata, insegnata e anche cambiata. Il criterio guida di questo metodo è sapere che cosa sarà utile ed efficace.
La PNL permette ad una persona di organizzare le informazioni e le percezioni in modo da raggiungere risultati ritenuti impossibili in passato.
La sua convinzione di base è che le strategie efficaci di pensiero possono essere identificate, assunte e utilizzate da chiunque lo desideri.
( Articolo di Tiziana Scuderi)

Per ulteriori informazioni e percorsi formativi vedi APPRENDIMENTO ORGANIZZATO



domenica 6 ottobre 2013

LA SOMATIZZAZIONE DEI CONFLITTI




La somatizzazione dei propri conflitti fa scaturire il malessere fisico.
È a partire dalle modificazioni provocate dallo stress nella nostra unità psicofisica che cominciano ad apparire i disturbi nel funzionamento dei sofisticati sistemi che, attraverso il nostro sistema nervoso, possono ripercuotersi su tutto l'organismo.
Le manifestazioni allergiche come le riniti o il raffreddore da fieno sono spesso espressione di una sessualità repressa; alcune persone quando sono sessualmente eccitate, starnutiscono.
Il blocco al naso determina una caratterialità basata su un atteggiamento represso che si traduce in una continua sfida e difficoltà ad essere in contatto con i propri bisogni e con gli altri .

Approfondimenti


MASARU EMOTO A MESSINA


Masaru Emoto, scienziato giapponese, ha dimostrato attraverso i suoi anni di studi, la capacità dell'acqua di memorizzare le informazioni che riceve dall'ambiente dando forma a cristalli diversi per ogni tipo di "messaggio".
Egli ha messo a punto una tecnica che ha consentito di scoprire e di ammirare i molteplici segni del linguaggio figurativo con cui l'acqua risponde agli stimoli esterni.
Attraverso tale tecnica è possibile fotografare i cristalli ottenuti dal congelamento di acqua sottoposta alle vibrazioni non solo di parole o brani musicali, ma anche di pensieri e stati d'animo.
L'acqua è infatti in grado di registrare la vibrazione di una energia estremamente sottile, definita nella cultura giapponese Hado.
I risultati degli esperimenti condotti da Masaru Emoto dimostrano che i cristalli dell'acqua modificano la propria struttura in relazione ai messaggi che ricevono. L'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri positivi forma dei cristalli bellissimi simili a quelli della neve, l'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri negativi reagisce creando strutture amorfe e prive di armonia.
Hado è una parola giapponese che significa "cresta dell'onda".
Questo termine indica la vibrazione energetica estremamente sottile che è all'origine della creazione.
Grazie all'incontro con il dottor Lorenzen e all'utilizzo della M.R.A. (Magnetic Resonance Analyzer), una macchina in grado di misurare l'intensità di Hado, Masaru Emoto ha potuto dimostrare che l'acqua può migliorare le condizioni fisiche delle persone.
Successivamente la sua ricerca si è focalizzata sulle immagini dei cristalli di acqua ghiacciata. Il cristallo d'acqua è il segno che rende visibile l'influsso di questa sottile vibrazione, non visibile all'occhio umano, ma in grado di influenzare la materia.
L'acqua ci ascolta, memorizza sul suo nastro magnetico le vibrazioni dei nostri pensieri e delle nostre emozioni e ci risponde nel linguaggio figurativo dei suoi cristalli. Questo dialogo con l'acqua consapevolizza e porta a galla l'immagine di ciò che siamo.
E' difficile accettare che l'uomo comune possa credere al concetto di dialogo con l'acqua, in realtà questo dialogo esiste.
La Terra, chiamata anche il Pianeta d'Acqua, è coperta per il 70% della sua superficie di acqua, la stessa proporzione presente in un corpo umano.  
La neve, che cade sulla Terra da milioni di anni, contiene cristalli simili tra loro ma diversi uno dall'altro. Ogni cristallo porta in sé un'informazione. Più precisamente, la geometria del cristallo è l'informazione stessa che si cristallizza. L'acqua, attraverso la creazione e la contemplazione dei suoi cristalli, rende possibile un dialogo con l'uomo.

L'ACQUA E' VITA.  Seminario Esperenziale con Masaru Emoto a Messina
Venerdì 11 a Domenica 13 Ottobre 2013 presso il Capo Peloro Resort di Messina
Durante il workshop di Messina, alla presenza di Masaru Emoto, si utilizzeranno delle tecniche e delle pratiche per modificare il nostro livello vibrazionale e ricreare così anche nel nostro corpo i magnifici cristalli generati dall'armonia e dalla forza delle credenze e dei pensieri positivi.
Le pratiche serviranno al nostro benessere sia fisico che mentale. Nei tre giorni di workshop approfondiremo, insieme allo stesso Masaru Emoto, lo studio sui cristalli d'acqua ed al contempo capiremo come utilizzzare nella vita quotidiana queste affascinanti scoperte per migliorare ed amplificare il nostro benessere.
Programma delle giornate
VENERDI 11 OTTOBRE 2013
15.00 - 16.30: Registazione partecipanti 16.30 - 17.00: Presentazione dei relatori a cura di Mimma Luciano
17.00 - 18.00: Esibizione di Giovanni Renzo in "Atlas Coelestis", viaggio musicale nello spazio e nel tempo
18.00 - 20.00: Masaru Emoto, "La memoria dell'acqua" 20.00: Conclusione prima giornata

SABATO 12 OTTOBRE 2013
8.00 - 9.00: "I Mantra", pratiche con Paolo Giannetto
9.00 - 10.30: Pausa
10.30 - 12.00: Massimo Citro, "Medicina del futuro contenuta nella memoria dell'acqua", TFF - I segnali emessi dalla Terra
12.00 - 13.00: Il didjeridoo con Stefano Spoto
13.00 - 15.30: Pausa
15.30 16.30: Le campane di cristallo con Myra Luce Panascia
16.30 - 18.00: Masaru Emoto, "Esperienza di laboratorio"
18.00 - 19.30: Pratiche yoga associate al suono delle campane di cristallo, a cura di Mimma Luciano e Giovanna Costa
19.30: Conclusione seconda giornata
22.00: Concerto gruppo musicale "Boo Daci's"

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013
9.30 - 10.30: Massimo Citro, "Coerenza dell'acqua: perché l'acqua è veicolo d'informazione"
10.30 - 12.00: Pratiche yoga e campane tibetane, a cura di Mimma Luciano, Stefano Spoto e Giovanna Costa
12.00 - 13.30: Masaru Emoto, "La cerimonia dell'acqua"
13.30: Chiusura





mercoledì 25 settembre 2013

IL CORPO HA UNA MENTE PROPRIA



Il sistema nervoso centrale corre lungo la colonna vertebrale, stendendo i suoi rami su ciascuna vertebra; queste innervature maggiori si suddividono poi in milioni di sentieri più sottili che comunicano con ogni regione del corpo.

Molte persone pensano ancora che i nervi si servano di cariche elettriche, come il sistema telegrafico, perché, fino a quindici anni fa, era quanto affermavano i testi di medicina.

Negli anni Sessanta però avvenne una serie di importanti scoperte riguardanti dei piccoli elementi chimici chiamati “neurotrasmettitori”.   Si tratta di sostanze chimiche capaci di trasmettere gli impulsi nervosi; agiscono nel corpo come “molecole di comunicazione”, permettendo ai neuroni del cervello di parlare al resto del corpo.

I neurotrasmettitori sono i podisti che corrono dal cervello a tutti i nostri organi, e viceversa, per comunicare i pensieri, le emozioni, i desideri, i ricordi, le intuizioni e i sogni. Nessuno di questi avvenimenti resta confinato solo nel cervello. E allo stesso modo, nessuno di loro è strettamente mentale, dato che può essere codificato in messaggi chimici. Ogni volta che formuliamo un pensiero, si debbono mettere in moto i neurotrasmettitori; senza di essi i pensieri non possono esistere. Pensare significa far funzionare la chimica cerebrale, mettendo in moto una cascata di risposte lungo tutto il corpo.

Intorno al 1973 sembravano necessari solo due tipi di neurotrasmettitori, uno che mettesse in moto le cellule lontane, per esempio di un muscolo, e uno che rallentasse l’attività. Le due sostanze chimiche sono l’acetilcolina e la norepinefrina; sono loro i segnali di “vai” e di “rallenta” per il sistema nervoso. Il nuovo modello chimico si limitò alla teoria di base per cui erano necessari solo due tipi di segnali. I computer funzionano usando solo questo tipo di sistema binario, e così sembrava facesse anche il cervello. Ma quando i biologi molecolari cominciarono a investigare più in profondità, vennero alla luce numerosi altri neurotrasmettitori, ciascuno con una propria struttura molecolare e con diversi messaggi da comunicare. Strutturalmente molti di essi erano collegati, appartenendo ai peptidi, catene complesse di aminoacidi dello stesso tipo di quelli che compaiono nelle proteine che costituiscono le cellule, comprese le cellule cerebrali.

Il corpo viene svegliato la mattina non da un rude allarme interno ma da una serie di segnali temporizzati, all’inizio deboli, e poi successivamente più forti, che lo strappano al sonno in stadi successivi. L’intero processo comporta una transizione graduale, in quattro o cinque ondate, dalla biochimica del sonno a quella della veglia. Se tale processo viene interrotto, non vi sveglierete totalmente come dovreste. Ecco perché i genitori di un neonato, dovendo svegliarsi diverse volte nel corso della notte, non si sentono mai del tutto a posto durante la giornata. Anche l’allarme della sveglia ci fa sobbalzare in quanto differisce dal modello normale di risveglio, e ci lascia una sensazione di torpore che può durare tutta la giornata, finchè il prossimo ciclo di sonno e risveglio non risistemerà la chimica mente-corpo. Sia il sonno che la sopportazione del dolore dipendono da precisi agenti chimici prodotti dal cervello.

Verso la metà degli anni Ottanta, si arrivarono a contare più di cinquanta neurotrasmettitori e neuro peptidi. Ciascuno di loro viene fabbricato da un neurone nel suo terminale presinaptico e, una volta che ha attraversato la sinapsi, può essere raccolto dai ricettori situati sulle terminazioni dell’altro neurone. Ciò implica un’incredibile flessibilità per comunicare da una cellula all’altra. 
Il neurone viene ora inteso come produttore di un messaggio che non esprime solo un “si” o un “no”, come il computer. Il vocabolario cerebrale è ben più ampio e contiene migliaia di combinazioni tra segnali separati. Il suo linguaggio ci appare sempre più complesso dato che continuiamo a scoprire nuovi neurotrasmettitori.

La nostra tolleranza al dolore dipende da una classe di sostanze biochimiche scoperte negli anni Sessanta denominate endorfine ed encefaline, che agiscono nel nostro corpo come un analgesico naturale. La parola endorfina significa “morfina interna”, encefalina significa “dentro al cervello”. E in realtà sono proprio una versione della morfina prodotta dal cervello stesso. Questa capacità, fino ad allora sconosciuta, di produrre internamente degli oppiacei sembrò molto eccitante. S’era già pensato che il corpo dovesse essere in grado di regolare la sensazione di dolore. 
Anche se insistente, il dolore non viene sempre registrato consapevolmente. Le emozioni forti, per esempio, possono far superare i segnali dolorosi del corpo, come nel caso della madre che corre in una casa in fiamme per salvare il figlio o del soldato ferito che continua a combattere ignorando il dolore. In circostanze più consuete tutti possiamo deviare la nostra attenzione da una sensazione leggera di dolore – non facciamo caso a un mal di gola, per esempio, se stiamo parlando di qualcosa che ci interessa.

I livelli di endorfina presenti nel corpo non corrispondono esattamente alla quantità di dolore provata. Lo si può dimostrare con l’uso del placebo ovvero i falsi medicinali. I malati che soffrono di dolori possono spesso ricevere sollievo con la somministrazione di farmaci placebo, in genere compresse di zucchero, che il medico spaccia per potenti antidolorifici. Non tutti risponderanno positivamente, ma in genere dal 30 al 60% dei pazienti riferirà di non sentire più dolore. Questo viene definito effetto placebo.

Il corpo non può essere capito senza l’ingrediente mancante dell’intelligenza. La composizione delle endorfine o di qualsiasi altro neurotrasmettitore non è importante tanto quanto il loro funzionamento.
E’ chiaro infatti che la struttura molecolare di un neurotrasmettitore è completamente secondaria rispetto alla capacità cerebrale di usarla.

Dovremmo prestare attenzione al controllo della mente. Dopotutto non è la molecola di adrenalina che spinge una madre a lanciarsi verso un edificio in fiamme né una molecola di endorfina che non le fa sentire il dolore delle bruciature. E’ l’amore che la fa accorrere, ed è la determinazione che la protegge dal dolore. Succede semplicemente che tali attributi mentali trovino un sentiero chimico attraverso il quale il cervello può comunicare col corpo. E’ stupefacente come, con ogni pensiero, la mente riesca a muovere gli atomi di idrogeno, azoto, ossigeno e le altre particelle nelle cellule cerebrali.

Si scoprì che le aree del cervello che mediano le nostre emozioni – l’amigdala e l’ipotalamo, sono particolarmente ricche di sostanze appartenenti al gruppo dei neurotrasmettitori. Dove i processi di pensiero sono numerosi abbondano anche le sostanze chimiche associate al pensiero. Il sistema immunitario, dotato di un vocabolario capace di rispecchiare il sistema nervoso nella sua complessità, invia e riceve manifestamente messaggi altrettanto variegati.

Il corpo è sufficientemente plastico da rispecchiare qualsiasi avvenimento mentale. Niente si muove senza coinvolgere il tutto. La mente si proietta ovunque nel nostro spazio interno.

La scoperta di neurotrasmettitori, di neuropeptidi e di molecole messaggere di tutti i tipi ha notevolmente allargato il nostro concetto d’intelligenza.
Il potere che il nostro pensiero ha sul nostro universo fisico è ancora oggetto di studi. Esso è ritenuto in grado di portarci alla consapevolezza, ossia la capacità di considerare, sentire e vivere il nostro corpo all’unisono con mente e spirito.


(Liberamente tratto da "Quantum Healing" di Deepak Chopra)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...