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IL METODO MÉZIÈRES A cura di Andrea Carlucci
“Il corpo è schiacciato dalla propria forza-peso, vale a dire dalla propria
forza muscolare, dalle ipertonie, dagli stati di tensione e contrazione, dalle
perdite di elasticità”.
(F. Mézières)
È facile confondere il Metodo Mézières con una semplice ginnastica dolce,
in realtà si tratta di un lavoro posturale e correttivo impegnativo sia per il
paziente che per il terapista sul piano fisico e psicologico. Il Metodo
Mézières è indicato per normalizzare tutti i problemi osteo-muscolo-articolari
ed ha come campo di applicazione quello della patologia funzionale:
- Vertebrale: lombalgie, lombo sciatalgie, cervicalgie, cervicobrachialgie,
etc..
- Articolare: periartrite
scapolo-omerale, coxartrosi, gonartrosi
- Muscolare: sindrome degli scaleni, sindrome dello stretto toracico
superiore, sindrome dell’angolare.
- Dismorfica: iperlordosi, ipercifosi, ginocchia valghe/vare, piede
piatto/cavo
Viene indicata inoltre, per gli sportivi per la prevenzione di
contratture, stiramenti, strappi, tendiniti e inoltre trova applicazione
nell’ambito della medicina preventiva.
Secondo Françoise Mézières, creatrice e studiosa del Metodo, esiste una
FORMA normale del corpo alla quale rifarsi e da confrontare con tutte le altre.
Essa è quella che rispetta le proporzioni del “numero aureo”, usato dagli
antiche greci nella scultura del periodo classico, molto caro a Leonardo da
Vinci e considerato dalla ideatrice stessa “legge di armonia universale”.
Secondo la Mézières è infatti la forma a governare la funzione e non il
contrario; attraverso un costante miglioramento della forma, della quale la
“statua greca” è il canone, ci si avvicina alla forma perfetta.
A partire da questi presupposti tale Metodo ha lo scopo di “curare” la
persona cercando di ripristinare la simmetria delle parti con un lavoro di
rieducazione di tipo posturale attraverso esercizi che favoriscono
l’allungamento dei muscoli privi di elasticità.
I numerosi muscoli, specialmente quelli posteriori del corpo e dorsali, si
comportano come un unico grande e potente muscolo in grado di deviare la
corretta posizione di vertebre e capi articolari su cui hanno inserzione.
Questo comportamento venne analizzato dalla Mézières attraverso uno studio
minuzioso dell’anatomia e della cinesiologia muscolare, per arrivare a
sostenere che ogni muscolo del corpo è collegato all’altro e sovrapposto, come
“tegole” di un tetto, andando a costituire diverse catene muscolari:
Catena posteriore
Catena antero-interiore
Catena brachiale anteriore
Catena anteriore del collo
Queste catene si trovano sempre in una condizione di ipertonicità e
costante retrazione e se non dovutamente corrette in allungamento possono
causare tutta una serie di dimorfismi: scoliosi, dorso curvo, iperlordosi,
ipercifosi etc… “Osservazione Principe”: è alla base dei compensi muscolari
delle catene muscolari. Di seguito si può osservare il comportamento dei
muscoli e delle catene muscolari mettendo in evidenza come ciascun muscolo è in
relazione con l’altro.
Considerato che il recupero della forza
e dell'elasticità e la riduzione del dolore dipendono dal ripristino della
buona morfologia, il bilancio sarà essenzialmente morfologico. Si comincia in
piedi, poi piegati in avanti e infine sdraiati supini per terra. Grazie
all'osservazione, rapida e precisa, il terapeuta ha già una visione sintetica
delle asimmetrie del paziente e delle difficoltà che potrà incontrare. Ha
inizio così il trattamento: una successione di posture, proposte dal terapeuta
e mantenute dal paziente. Lo scopo delle posture è di allungare le catene
muscolari facendo riferimento alla forma perfetta. Lo stiramento dei muscoli
provoca però un certo disagio e quindi il corpo, in maniera del tutto
incosciente, mette in atto tutta una serie di "compensazioni" per
evitare l'allungamento che spesso si esprime in una sensazione di dolore. Si
tratta di un dolore da stiramento muscolare che i pazienti descrivono come
"un dolore che si sente che fa bene".
Le diverse posture che vengono proposte al paziente vengono indicate a
seconda delle deformazioni del soggetto e delle modalità di compensazione che
egli stesso utilizza per proteggerle. Non esistono quindi delle posizioni
standard. Non esiste nessuna ricetta, solo alcuni principi di base. In effetti
ogni patologia ha una modalità di espressione simile: i sintomi della
sciatalgia, ad esempio, sono riconoscibili come il dolore forte al gluteo,
nella parte posteriore della coscia, laterale della gamba ecc.. L'accorciamento
che provoca il dolore, però, si manifesta spesso in maniera diversa, perciò,
due persone, con lo stesso dolore, ma con deviazioni dalla “forma” normale
differenti, avranno bisogno di due sedute diverse. In ogni seduta il terapeuta
deve inventare, creare su misura una sequenza organizzata di esercizi posturali
in funzione della situazione che si presenta.
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